Mascherine FFP2, N95 e KN95: che cosa cambia?

Mascherine FFP2, N95 e KN95: che cosa cambia?

Conoscere le differenze fra le varie tipologie di mascherine presenti sul mercato è essenziale per sapere come proteggersi dalla diffusione del coronavirus: ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Le mascherine FFP2, N95 e KN95 sono tre tipi di mascherine filtranti che sono in grado di assicurare una protezione ottimale anche perché hanno passato il vaglio di numerosi test scientifici. In verità nel corso degli ultimi tempi il mercato sta proponendo una varietà di soluzioni così ampia che si corre il rischio di rimanere disorientati e non riuscire a capire quale scegliere. Si possono dormire sonni tranquilli, comunque: questi tre modelli dal punto di vista dell’efficacia filtrante hanno caratteristiche abbastanza simili, visto che possono vantare una capacità filtrante di oltre il 92%.

Come sono fatte le mascherine N95

Le N95 sono mascherine che sono dotate di una certificazione americana, da cui deriva una capacità filtrante pari più o meno al 95%. Il quadro normativo di riferimento è quello del Niosh, il National Institute for Occupational and Safety Health, da cui deriva la disciplina garantita dalla Niosh-42CFR84. Stiamo parlando, in sostanza, dell’organismo Usa che gestisce la certificazione del livello di efficacia delle mascherine (o, per usare un gergo ancora più specifico, dei dispositivi facciali filtranti).

Che cosa sono le mascherine KN95

Sul mercato, poi, ci sono le mascherine KN95: che cosa comporta l’aggiunta di una semplice lettera come la K? In questo caso si parla di dispositivi che garantiscono sempre il 95% di capacità filtrante, ma che invece di essere stati certificati negli Stati Uniti sono stati certificati in Cina. L’efficacia di queste mascherine è stata attestata da una procedura basata sul regolamento GB2626-2006, in cui sono contenuti i requisiti tecnici a cui ci si deve attenere e le verifiche che sono state compiute, così come le marcature dei respiratori che sono muniti di un filtro protettivo ad hoc grazie a cui l’aria può essere purificata da particelle che potrebbero essere nocive.

Tutte le informazioni utili sulle mascherine FFP2

E arriviamo, finalmente, alle mascherine FFP2, che forse sono le più conosciute qui in Italia. Prima di tutto è utile sapere che cosa vuol dire la sigla FFP, che sta per Filtering Face Piece: in sostanza, mascherine filtranti facciali. Questi dispositivi vengono adoperati in contesti in cui si ipotizza un rischio di contagio elevato, dal momento che offrono una notevole efficacia filtrante; dotati di certificazione europea, hanno una capacità filtrante del 94%. Così come le mascherine FFP1 e le mascherine FFP3, anche le FFP2 sono disciplinate dalla legge europea EN 149 del 2001, successivamente aggiornata nel 2009: si tratta della normativa che indica con precisione la marcatura delle mascherine, le prove, i requisiti e gli standard di riferimento per la certificazione della loro efficacia.

Come scegliere la mascherina migliore

Abbiamo visto, dunque, quali sono le differenze fra i vari apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Il discrimine più significativo è rappresentato dalle modalità con le quali vengono effettuati i test, i quali si fondano su condizioni di prova e requisiti differenti. Per il resto, però, non cambia molto, nel senso che tutte e tre le tipologie di mascherine di cui abbiamo parlato servono a proteggere rispetto a eventuali inalazioni di particelle nocive o infette. Le mascherine FFP2 sono con tutta probabilità i dispositivi che garantiscono la maggiore affidabilità, dal momento che il sistema di certificazione che viene usato in Europa si basa sull’olio di paraffina, che testa la loro efficacia contro i liquidi infetti, oltre che rispetto a polvere e inquinanti allo stato solido. La durata è un altro punto a favore delle FFP2.