“Tutti quanti voglion fare jazz”: caratteristiche e maestri della musica jazz

“Tutti quanti voglion fare jazz”: caratteristiche e maestri della musica jazz

Uno dei generi musicali più particolari e affascinanti che siano mai esistiti è senza dubbio il jazz: nonostante le sue origini quale musica prettamente popolare, ben presto il jazz è diventato un genere musicale colto, sofisticato e di nicchia.

Sarebbe riduttivo considerare il jazz come un semplice tipo di musica, trattandosi piuttosto di una vera e propria corrente artistica con profonde influenze sia sul mondo del cinema (non si contano i film in cui il jazz è protagonista, da “La città del jazz” al celebre “A qualcuno piace caldo”) che della letteratura (il cui massimo esponente fu senza subbio Francis Scott Fitzgerald, che al jazz dedicò persino una raccolta di 11 racconti, intitolata appunto “Racconti dell’età del jazz”), al punto da essersi meritato anche una sua giornata internazionale celebrativa (il 30 aprile).

Origini della musica jazz

Le origini della musica jazz risalgono ai primi anni del XX secolo nella città di New Orleans, dove nacque come tipico canto ritmato degli schiavi africani deportati negli Stati Uniti per alleggerire il proprio lavoro.

Lo stesso termine “jazz”, infatti, secondo la teoria più accreditata, deriverebbe dal francese “jaser” (letteralmente, “fare rumore”), in quanto questa musica, in contrapposizione a quella classica, veniva considerata all’epoca come una musica dal carattere ribelle e rumoroso.

A partire dal 1914 il jazz ebbe un rapido sviluppo, in particolar modo tra il 1930 ed il 1940 in America, e successivamente arrivò anche in Europa, dove raggiunse il suo culmine negli anni Sessanta.

Dopo gli anni Sessanta il jazz finì per un po’ di tempo nel dimenticatoio, soppiantato da altri tipi di musica (rock e punk in particolare), ma rinacque intorno agli anni Ottanta sotto forma di nuovi filoni musicali, grazie alle contaminazioni con altri generi musicali sia del periodo che del passato.

Generi di musica jazz

In oltre un secolo di vita il jazz ha subito numerose trasformazioni, e diversificandosi in numerosi sottogeneri, come ad esempio lo swing degli anni Trenta, che si caratterizza per la maggiore ritmicità e ballabilità, e il bebop (detto anche bop) della fine degli anni Quaranta, musica dal carattere di nicchia e particolarmente dinamica.

Negli anni Cinquanta e Sessanta i principali tipi di jazz furono, invece, il cool jazz, dalle sonorità più rilassate, ed il free jazz, libero da schemi e frutto dell’improvvisazione del musicista.

Negli anni Settanta il jazz subì delle contaminazioni con elementi fusion ed elettronici (acid jazz), mentre a partire dagli anni Ottanta perse le sue caratteristiche più marcate per tendere più al commerciale (smooth jazz).

I maggiori esponenti della musica jazz

Sono tantissimi i musicisti che hanno reso celebre il jazz con le loro opere ed esecuzioni musicali: ricordarli tutti sarebbe impossibile, ma ce ne sono stati alcuni in particolare che hanno fatto la storia di questo genere musicale.

Uno di questi fu sicuramente Duke Ellington, pianista e compositore afroamericano: fu lui, infatti, il primo musicista a dare dignità e popolarità al jazz, sino a quell’epoca tacciato di essere una musica popolare e poco colta. La sua influenza sui musicisti successivi fu tale che nel 1976 Stevie Wonder gli dedicherà uno dei suoi brani più celebri, “Sir Duke”.

Il maggiore esponente dello swing fu invece Benny Goodman, clarinettista, compositore e direttore d’orchestra, che negli anni Trenta ottenne un grande successo con la sua orchestra jazz Big Band, nella quale per la prima volta suonavano assieme musicisti bianchi e di colore.

Tra i più famosi, se non il più famoso per definizione, artisti jazz non può dimenticarsi Louis Armstrong, che fu sia un musicista (trombettista) che un cantante. Fu proprio grazie all’opera di Armstrong che il jazz si diffuse in tutto il mondo raggiungendo la grande popolarità, tanto da meritarsi l’appellativo Mister Jazz”. Tra le sue canzoni più famose non posso no dimenticarsi brani come “When the Saints Go Marchin’in“Hello, Dolly!” e la grande interpretazione di “What a Wonderful World.

Una citazione particolare nel panorama del jazz merita infine il Modern Jazz Quartet, che ebbe l’originale idea di fondere il jazz con caratteristiche proprie della musica classica europea, ed in particolar modo con quella tipica del periodo barocco.